UN PO' DI STORIA --- INTERVISTA
Questo trafiletto nasce dall'esigenza di ricordare chi siamo e come siamo divenuti il gruppo simpaticissimo di oggi. Abbiamo intervistato le nostre Memorie Storiche, per così dire, che sono Renato Ornella, Leonardo Minaudo e Stefano Loconsole ; essi ci hanno fornito molte informazioni utili.
1) Ma quando è nato il gruppo Porcia 1?
R.O.: é stato costituito nel 1973, il 6 novembre. Le prime promesse sono state fatte a Ven Santo nello stesso anno. L'AGESCI ancora non c'era, si trattava di un gruppo dell'ASCI.
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Chi ha condiviso questa iniziale decisione?
R.O.: E' stato Don Felice Bozzet assieme a Angelini Claudio, Renato Ornella, Mario Giavonni, nostri fondatori, in effetti. E' bene ricordare che nel '72 si facevano gia delle uscite ma ufficialmente il gruppo non esisteva ancora.
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Quale luogo ha visto sorgere il primo gruppo?
L.M.: Il primo campo si è svolto a Collina, sempre nel 73, mentre la fondazione vera e propria è stata a Porcia, Renato Ornella è stato testimone della registrazione del gruppo. La prima sede fu la canonica per poi passare ad un vecchio oratorio, poi demolito.
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Quali branche si sono formate all'inizio e quali dopo sono state estese?
L.M.: C' erano solo 3 squadriglie Aquile, Bufali e Scoiattoli mentre la quarta, Pantere, si aggiunse dopo il campo a Collina. All'inizio erano tutti maschi e c'era solo il Reparto. Il campo successivo è stato a Domegge di Cadore. Andrea Perin era aiuto capo già dal 73. Quando si formò l'Agesci(1974) anche le ragazze guadagnarono il diritto di unirsi al gruppo (le guide), e nello stesso periodo nacque la Comunità Capi; furono aggiunte poi le branche LC ed RS già miste. I lupetti aprirono nel 1979 mentre gli RS nel 1975.Il clan invece fu aperto nel 1980, l'anno dopo il primo campo LC. La squadriglia Castori aprì i battenti nel 1980.
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Quali furono i parroci che seguirono il gruppo?
R.O. e L.M.: A Don Felice Bozzet succedettero Don Piero Ivan, poi Don Livio Corazza, Don Biasuzzi, infine Don Sergio Moretto , aiutato da Don Livio. Il nostro parroco attuale é Don Daniele Fort.
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Fino a che periodo è durata l'attività? Perchè poi si è fermata?
R.O. e L.M.: Nel 1985 l'attività incontrò una battuta d'arresto, il gruppo si sciolse a causa di diatribe interne relative a come applicare il metodo e con quale rigidità ; sempre in quell'anno ci fu l'ultimo campo.
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Quand'è che l'attività è ripresa e chi lo ha proposto?
R.O. e L.M.: Dopo la bellezza di dieci anni il gruppo è risorto dalle sue ceneri nel 1992 grazie all'appoggio di Fabio Corazza, Renzo Fabbro, Leonardo Minaudo e Giorgio Sartor, ma il vero promotore fu Don Flavio Martin. Don Felice Bozzet si trasferì a Pordenone dove gli chiesero di sovrintendere al gruppo PN1. Gli aiuti all'epoca erano Walter Marson e Luigina Benatelli, che presero il ruolo di "reclutatori".
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Però poi vi siete uniti al gruppo del Rorai, quando è stato e quali motivi vi hanno spinto?
S.L.: Nel 2008 i gruppi si unirono grazie all'aiuto di Agnese. Io (Stefano) avevo preso a cuore il mio gruppo e mi sono battuto per salvarlo.
9 Quando nacque il Rorai?
S.L.: Il gruppo nacque dall'intuizione di Don Franco nel 1989, l'idea venne da un gruppo di 5/6 ex scout, che proposero attività rivolte ai ragazzi della prima media. All'inizio era tutto appena abbozzato, con uscite settimanali, poi nel 1990 il primo campo a Prato dell'Orso con una casa come appoggio e tende per dormire la sera. Poco dopo ho insistito per migliorare il gruppo e fare scoutismo un po' piu seriamente; i genitori però fuggirono e restammo solo io e Maria Da Pieve. Il capogruppo era Ezio Migotto e gestiva solo 12 ragazzi con Silvano De marco (ex capo del Sacile) come aiuto
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All'inizio quali erano i gruppi coinvolti nell'attività?
S.L.: Nel 91 ci furono le prime promesse, c'erano solo i ragazzi del reparto, all'inizio solo due squadriglie e poi se ne aggiunse una terza: Castori, Pantere e Falchi. Poi via via che crescevano si aprirono anche noviziato e clan. Tuttavia non ci furono mai i lupetti.
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Chi furono i fondatori?
S.L.: Anna Della Pieve e Stefano Loconsole
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e quali don seguirono il gruppo?
S.L.: Don Franco, Don Bruno, Don Aldo e Don Lino. Il massimo momento di gloria del gruppo fu nel 96 quando si contavano una settantina di persone.
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Mi sembra di capire che il gruppo si stesse sciogliendo, come è successo?
S.L.: È che i ragazzi, che erano tutti della stessa età, quando dovettero andare all'università scelsero di lasciare lo scoutismo e perciò il gruppo si ritrovo con pochissimi superstiti e penuria di capi, quindi il futuro del gruppo era di morte certa. Fino alla fusione con il Porcia1, fortemente voluta dal capogruppo Stefano.
14. Cosa vi è rimasto dello spirito scout e dei suoi valori a tuttoggi?
R.O.: Sono tuttora attivo nel Masci, staff sullo sviluppo formativo. È uno stile di vita che in fondo ti resta impresso e che applichi sempre con o senza fazzolettone. Quindi, beh, direi che i valori sono rimasti.
L.M.: Tutto cio che lo scoutismo mi ha insegnato mi è rimasto. Possono cambiare le situazioni ma i principi alla base valgono sempre.
S.L.: Mi porto il primo punto della legge: porre l'onore nel meritare fiducia. Per me la parola data è sacra e va mantenuta. Poi l'entusiasmo e il saper mettersi in gioco, l'attenzione agli altri. Il motto Osservare -Dedurre- Agire mi è rimasto dentro a livello molecolare.
15)Scelga un ricordo legato ad un momento veramente importante e ce lo descriva
R.O.: I primi campi a Monfalcone, Domege. E quando abbiamo fatto il campo nazionale nel 1961 a Monte Miata in Toscana sono memorabili.
L.M.:Il primo campo a Pra' di bosco, scoprire la bellezza e la freschezza di questo metodo che poi mi hanno accompagnato nel resto della vita.
S.L.: Il più bel ricordo è quello della mia promessa fatta quando ancora c'era l'ASCI, nel 72 al Don Bosco in modo solenne nella cappella. Si é svolta durante la messa, davanti all'altare; un'emozione incredibile. E poi la prova di sopravvivenza nel campo EG, quando si doveva stare fuori per una giornata costruirsi un rifugio e dormirci.
16)cosa le piacerebbe vedere realizzato dai nostri ragazzi?
L.M.: Che portino avanti lo spirito scout, la semplicità e la forza delle cose che insegna.
R.O.: tenetelo nel cuore e semper parati !
17)In un mondo così diverso dai bei tempi andati cosa consiglia ad uno scout per" non perdere la bussola" ?
R.O.: Continuino ad avere l'associazione nel cuore e a fare comunità. E non si dimentichino dei tempi passati.
L.M.: Se leggi con attenzione BP noti che i suoi scritti sono sempre attuali, tenetelo presente. Il modo di fare o di insegnare cambia col tempo ma i concetti importanti alla base non cambiano perchè fondamentali.
S.L.: Suggerisco di essere sè stessi senza imitare personaggi o falsi idoli moderni. Avere sempre il coraggio di dire quello che si pensa e il coraggio di andare contro corrente.