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Il parere cattolico sugli avvenimenti.
By C.L.



DOMENICA 16 GIUGNO 2002

Padre Pio da Pietrelcina è Santo

Sito ufficiale: www.operapadrepio.it/it/

Pubblichiamo un articolo di Antonio Socci, giornalista apparso sul quotidiano "Il Foglio", di sabato 8 giugno 2002

Padre Pio ha devoti perfino tra protestanti, induisti e buddisti. Perchè tutti, agnostici, atei, mangiapreti, neopagani, (perfino noi peccatori cattolici) convengono che è una personalità straordinaria. Si può restarne ammirati o essergli ostili, ma colpisce tutti. Da dove viene uno cosi'?
Francesco Forgione, questo il suo vero nome, nasce 22 anni dopo Croce, 14 dopo Salvemini, 5 dopo Prezzolini, 4 anni prima di Gramsci e 14 prima di Gobetti, ma nel suo orizzonte non ci sono né riviste d'avanguardia, né università, né case editrici, né diatribe hegeliane. Semmai galline, zappe, pane secco, rosari recitati davanti al focolare o sotto un albero. E' il tipico figlio dell'Italia contadina, la grande e buona Italia messa ai margini dalle squallide elite risorgimentali e disprezzata per eccesso di cattolicesimo dal Sismondi (uno di classe, il caposcuola degli snob anti-italiani che ripeteranno le sue ideuzze senza neppure averlo letto; Sismondi era uno che sapeva le lingue, non come i cafoni meridionali che parlavano solo il dialetto).
Francesco nasce alle cinque del pomeriggio del 25 maggio 1887 a Pietrelcina (Benevento), al n. 27 di vico Storto Valle, in una casa costituita da una sola stanza, un'unica finestrella, pavimento di terra, dove i suoi genitori avevano avuto già tre figli (due dei quali morti quasi subito) e ne avranno poi altri tre.

E' quell'Italia contadina che da' alla Chiesa preti e suore. Francesco volle essere un cappuccino senza sofisticati studi teologici, ma con molte ore di adorazione davanti al Santissimo Sacramento (definiva "la mia arma" il rosario), senza raffinatezze, un popolano, un "terrone" avrebbe detto lui con autoironia e col suo accento meridionale, un uomo anche brusco (per difendersi dalla commozione che provava per la sofferenze delle persone). Attorno a lui cominciarono presto ad accadere fatti straordinari. Oggi le sue biografie e gli atti del processo canonico, oltre alle drammatiche stigmate gli attribuiscono e documentano miracoli, casi di bilocazione, levitazioni, lettura del pensiero, premonizioni, profezie. Renzo Allegri ricorda, nella sua biografia, che ad un amico che gli chiedeva come potevano accadergli questi fenomeni, rispondeva: "Angiolino, sono un mistero di fronte a me stesso". In effetti padre Pio viveva tutto questo con la rassegnazione con cui si accetta la volontà di un Altro e si porta una croce: per obbedienza. Adrienne von Speyr ha osservato: "la santità non consiste nel fatto che l'uomo dà tutto, ma nel fatto che il Signore prende tutto". E' così che accade nel cristianesimo: si viene scelti (senza alcun merito) e ci si trova ad essere portati in braccio per offrire ciò che si è a Chi ci ha fatti. Padre Pio è stato scelto e la povertà della sua umanità è stata trasfigurata, anche fisicamente, dalla potenza di un Altro, per essere un segno nel mondo e nella Chiesa. Segno di cosa? Il cardinal Siri disse: "con le stigmate che ha portato e con le altre sofferenze fisiche e morali, padre Pio richiama l'attenzione degli uomini sul corpo di Cristo come mezzo di salvezza. E' una verità talmente importante che quando gli uomini, lungo il corso della storia, l'hanno dimenticata o hanno cercato di travisarla, Dio è sempre intervenuto con avvenimenti, fatti, miracoli. Nel nostro tempo, la tentazione di dimenticare la realtà del Corpo di Cristo è grandissima. E Dio ci ha inviato quest'uomo col compito di richiamarci alla verità". Mezzo secolo di libri e teologia modernista e innovatrice sono dunque da buttare al macero davanti al libro vivente che è padre Pio. Ma lui come viveva ciò che gli accadeva? Don Giussani ha scritto parole che suonano perfette per padre Pio: "il santo, ciò che brama non è la santità come perfezione; è la santità come incontro, come appoggio, adesione, immedesimazione con Gesù Cristo. L'incontro con Cristo gli dà la certezza di una Presenza la cui forza lo libera dal male e rende la sua libertà capace del bene". Infatti padre Pio ad ogni Messa riviveva fisicamente la passione di Gesù e anche Satana (nome impronunciabile per la teologia moderna) lo colpiva e lo torturava fisicamente. Sebbene sottoposto a queste prove e a persecuzioni, calunnie, processi, condanne, umiliazioni (da parte degli ecclesiastici: a volte i più ciechi), padre Pio non si ripiega su se stesso, ma sente e abbraccia ancor più il dolore degli altri. Porta su di sé oceani di colpe che gli vengono addossate nel confessionale e ha pietà per la sofferenza fisica (ancora una volta i corpi!). Volle costruire un rifugio per la sofferenza umana che poi è un ospedale d'avanguardia. Lui che pure otteneva guarigioni miracolose (siccome i miracoli servono per la fede) voleva far capire che la malattia si affronta innanzitutto con la carità, l'amore. E con quel dono di Dio che è la ragione, le cure mediche (altro che oscurantismo! E' il vero illuminismo, quello medievale!).
La sua pietà per il dolore umano è la stessa di Gesù, commosso davanti allo strazio di quella povera madre, a cui disse: "donna, non piangere!". Questo Dio che si commuove per noi è il cristianesimo.

PS Padre Pio, prega per noi miserabili.

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